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NavaMask: al via la prototipazione

Il progetto NavaMask, nato dalla sinergia di due team di ricercatori, uno della Khalifa University di Abu Dhabi per la messa a punto del tessuto e l’altro dell’Università di Salerno per la conduzione dei test, è in fase di prototipazione.

B&A Waste Management, partecipata di Ambienthesis, società del Gruppo Greenthesis, si occuperà del processo di industrializzazione. Il design dall’ineguagliabile tocco italiano, invece, è stato curato dalla stilista Daniela De Sousa.



La quantità di mascherine monouso utilizzate ogni giorno, dispositivi fondamentali per proteggere sia noi stessi che gli altri, è davvero enorme e rischia di diventare altrettanto enorme il problema del loro impatto sull’ambiente, essendo dei rifiuti non biodegradabili, da gettare nella raccolta indifferenziata dei rifiuti.

Per fortuna la ricerca è continuamente al lavoro per trovare soluzioni innovative, anche nel campo dei dispositivi di protezione individuale.


UN MATERIALE INNOVATIVO

Nasce così NavaMask: una mascherina monouso che non è soltanto biodegradabile, e dunque amica dell’ambiente, ma anche prodotta utilizzando un materiale innovativo fatto di nanofibre antibatteriche, capaci di performare ottimamente sia in termini di respirabilità sia in termini di capacità di respingere gli agenti patogeni. Le NavaMask, in fase di prototipazione, saranno di due tipi (“base” e “pro”) con prestazioni, anche nel modello base, superiori a quelle attualmente in commercio. Una volta consegnati i prototipi, la B&A Waste Management comincerà il processo di produzione negli Emirati Arabi, che presumibilmente porterà alla vendita sul mercato poco prima dell’estate.


NavaMASK

UNA COLLABORAZIONE ITALO-ARABA

Il Presidente del CdA di Ambienthesis spa, Giovanni Bozzetti, intervistato dall’Eco di Bergamo ha specificato la grande importanza dell’espansione del Gruppo Greenthesis negli Emirati Arabi, che da sempre apprezzano enormemente il made in Italy e non soltanto per quanto riguarda «i prodotti più blasonati, ma anche le nostre tecnologie nel settore ambientale: il know-how e le metodologie di intervento secondo logiche di sostenibilità e circolarità proprie delle aziende italiane […]. Per gli Emirati Arabi [la sostenibilità] è una priorità, ma lo sta divenendo anche in altri Paesi. In Arabia Saudita sta per partire la creazione di una città a zero emissioni, che farà parte della megalopoli futuristica di Neom, sul Mar Rosso: senza strade né auto, userà tecnologie di intelligenza artificiale e apparecchiature alimentate al 100% da energia rinnovabile. In questo spicchio di mondo oggi c’è una grande tensione verso l’innovazione, pur senza rinnegare le tradizioni»[1].


Gli Emirati Arabi, insomma, sono assolutamente attenti a temi quali innovazione tecnologica e attenzione per l’ambiente e, pertanto, sono aperti a sviluppare nuovi progetti che vadano in tal senso. Nonostante molti falsi miti avvolgano l’immagine che gli EAU hanno agli occhi di chi non li conosce, in realtà bisogna sapere che sono uno dei primi Paesi al mondo nella promozione di iniziative nel campo delle energie rinnovabili, ponendosi tra gli altri, alcuni obiettivi green a dir poco ambiziosi, come quello di tramutare entro il 2030 l’80% dei rifiuti in energia oppure migliorare del 40% l’efficientamento energetico del Paese.


Obiettivi di questa portata non possono che trovare il plauso del Gruppo Greenthesis, orgoglioso di dare battesimo alla sinergia con gli Emirati proprio con un progetto così importante come quello della prima mascherina monouso biodegradabile NavaMask.


[1] https://www.ecodibergamo.it/stories/skille/skilleBlu/mascherine-monouso-biodegradabili-progetto-italo-arabo_1385723_11/

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