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Geosintetici: aprire la strada a un pianeta resiliente

Geosintetici: aprire la strada a un pianeta resiliente“. Questo il titolo del convegno internazionale dei geotecnici che si sta tenendo in Italia in questi giorni: dal 17 al 21 settembre nell’Auditorium di Roma. Con un appuntamento extra previsto il 22 settembre a Latina, presso la ex discarica Ind.Eco del Gruppo Greenthesis. Si tratta della parte privata della discarica pontina, ormai chiusa ai conferimenti dal 2016.

Ma cosa sono i geosintetici? Si tratta di prodotti ad alta tecnologia realizzati con polimeri naturali o artificiali. Possono essere utilizzati in molti campi dell’ingegneria civile, della geotecnica, nei trasporti, nel settore ambientale, per sostituire in modo economico i tradizionali interventi edili. Li troviamo ad esempio, oltre che nelle discariche, anche nei lavori stradali e in aeroporto; in fondazioni, terre rinforzate, gallerie e pavimentazioni; nonché come rinforzo in bacini, argini, scarpate, coste.

Come salvare il pianeta con l’utilizzo dei geosintetici

Venerdì 22 settembre, a partire dalle 10, il sito di Borgo Montello gestito da Ind.Eco, del Gruppo Greenthesis, ospiterà la parte finale del XII convegno internazionale sui Geosintetici. Il titolo, come detto, è Geosynthetics: leading the way to a resilient planet, che tradotto significa: “Geosintetici: aprire la strada a un pianeta resiliente”. L’evento è organizzato dall’Associazione Geotecnica Italiana quale membro affiliato dell’International Geosynthetic Society (IGS).

“Ma perché la visita tecnica nel sito ambientale di Borgo Montello? Due sono stati i temi individuati che hanno suscitato l’interesse accademico e pratico dei convegnisti”.

A spiegarlo in una nota è la Ind.Eco. “Il primo tema è legato allo studio dei cedimenti sul bacino S8Qui si sta utilizzando un sistema di misura che si basa sull’impiego della geomembrana di copertura provvisoria come piano di riferimento per le misure (posizionamento di benchmarks sulla geomembrana).

Il secondo tema – prosegue la nota – è quello di mostrare (anche attraverso una misura sul campo) l’impiego dei nasi elettronici accoppiati alle coperture provvisorie nella gestione della movimentazione del materiale rifiuto durante operazioni di rimodellazione e/o landfill mining. Un ‘nasometro’ che intercetta, individua e appunto misura le criticità delle emissioni odorigene del luogo. Lezione pratica e dimostrativa, questa, tenuta dal Prof. Vincenzo Naddeo, ordinario della facoltà di Ingegneria sanitaria-ambientale dell’Università di Salerno“.

[…]

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