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Greenthesis S.p.A. tra i protagonisti di Mediterranea – La civiltà blu

Si è conclusa da pochi giorni Mediterranea – Le Civiltà blu: una kermesse su cui si sono accesi i riflettori il 30 luglio scorso, presso il Centro visitatori Parco Nazionale del Circeo di Sabaudia, nata per valorizzare il territorio tramite una serie di attività culturali, artistiche e di intrattenimento di cui Greenthesis S.p.A. è orgogliosamente official sponsor.

Questa nuova iniziativa intrapresa dal Gruppo Greenthesis si è proposta di promuovere una maggiore sensibilità ambientale presso l’opinione pubblica, le autonomie locali e i media. Una ricca rassegna culturale che ha avuto come filo conduttore non solo i temi legati all’ambiente, come la transizione ecologica ed energetica, ma anche la politica, la geopolitica, l’attualità, lo sport, la sanità, rivolgendosi così alle scuole, al territorio e ai cittadini.

l primo incontro di Mediterranea, moderato da Andrea Pancani, Vicedirettore del Tg La7, ha avuto come focus proprio l’ambiente e la situazione italiana a livello di sostenibilità, aprendosi con un’intervista a Enrico Giovannini, Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili.

Si è proseguito poi con una tavola rotonda in cui, accanto al Generale di Corpo d’Armata Antonio Pietro Marzo (Comandante delle Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri), a Ermete Realacci (Ambientalista e Presidente onorario di Legambiente) e a Luigi Scardamaglia (Consigliere delegato Filiera Italia e AD Inalca), è intervenuto anche il nostro Presidente, Vincenzo Cimini.

Il Dottor Cimini, dopo aver illustrato l’attività del Gruppo, ha mosso l’attenzione su un punto importantissimo, ossia cercare di tracciare una strada per individuare quali siano le maggiori sfide sostenibili per il futuro, partendo dalla consapevolezza dell’urgenza e della necessità di mettere in atto sin da subito la transizione ecologica ed energetica, forti dei fondi del PNRR, occasione che non può essere sprecata. Tra le iniziative industriali che il Gruppo ha intrapreso sono stati segnalati i progetti di:

  • Implementazione e valorizzazione di nuove tecnologie per la produzione di biometano e biofuel da plastiche residuali;
  • Recupero dei materiali provenienti dalla dismissione delle pale eoliche;
  • Produzione di idrogeno green a partire dalla combinazione di energia solare e recupero delle acque reflue.

Tra le tante tematiche affrontate nel corso dell’intera edizione, un’altra occasione importate di riflessione, questa volta inerente all’orizzonte europeo c’è stata nel panel del 23 agosto scorso dal titolo “Europa al bivio”.

Sempre moderato da Andrea Pancani, l’incontro ha visto la viva partecipazione, tra gli altri, del Chairman di Greenthesis, Giovanni Bozzetti che non ha perso occasione per puntare l’accento su alcune tematiche care al Gruppo e di fondamentale rilevanza per il futuro energetico dell’Europa.

Partendo dalle buone notizie, Bozzetti ha cominciato il suo intervento ricordando un fatto importantissimo, ossia che la Commissione Europea ha recentemente approvato un sistema di incentivi per la produzione di biometano. Perché questa notizia è ottima? Perché potrà agire su due fronti: da un lato consentendo di diminuire le emissioni di CO2 e, dall’altro, abbassando i consumi di gas naturali (per il quale l’Italia dipende fortemente, negli approvvigionamenti, dall’estero).

L’Italia, infatti, per stare al passo con il resto d’Europa a livello energetico, deve porsi delle domande su quali siano gli errori che sono stati compiuti per poter procedere in senso migliorativo.

Innanzitutto, il nodo del nucleare: negli anni ’80 il nostro Paese era dotato di una centrale nucleare all’avanguardia (quella di Caorso), che dopo il “no” promosso da comitati e partiti contrari, ha portato all’abbandono di una tipologia energetica con la consapevolezza che, nonostante tale abbandono, essendo una tecnologia presente in Francia e in Slovenia, in caso di incidente, l’Italia non sarebbe stata indenne dalle conseguenze negative.

Una seconda forte responsabilità italiana, poi, è il noto “no” alle trivelle. Ammettendo la bontà degli intenti nel bloccare le trivellazioni, c’è da considerare che intanto quei giacimenti, che potevano essere nostri e che potevano essere una soluzione per provare a tamponare il problema della dipendenza estera del gas, sono stati lasciati allo sfruttamento di altri Stati, dall’altra parte dell’Adriatico.

Ultimo nodo problematico: il sistema autorizzativo. Nel nostro Paese, infatti, molto più che altrove vige la regola del NIMBY (‘Not In My Back Yard’) e qualsiasi tentativo di installare un impianto di termovalorizzazione o un impianto di recupero di rifiuti trova l’ostracismo di comitati di cittadini che, se da un lato difendono anche i propri interessi legittimi, dall’altro – molto spesso – non si rendono conto di rendersi contrari a un interesse di ordine nazionale. Bisogna dunque fare informazione in modo corretto e vincere le titubanze con il dialogo: si deve spiegare il funzionamento dell’impianto e mostrare, numeri alla mano, la non problematicità a livello di salute. Il nord Europa deve esserci d’esempio in questo: come mai lì ci sono termovalorizzatori in pieno centro città con addirittura piste di sci alimentate dalla corrente prodotta con l’impianto, quando in Italia si grida allo scandalo ogni volta che si nomina la parola “termovalorizzatore”? È importante far passare il messaggio che tali impianti, se ben gestiti e se utilizzatori di una buona tecnologia, non recano alcun danno al cittadino. Un nostro esempio virtuoso, di cui siamo orgogliosi, è il termovalorizzatore di Dalmine nell’area del quale i controlli dell’Arpa registrano valori di inquinamento addirittura migliori delle aree neutre.

In Italia, tutti oggi parlano di Sostenibilità, sembra quasi una moda trasversale che abbraccia ormai diverse realtà: non solo quella produttiva e distributiva, ma anche quella finanziaria. C’è però bisogno di maggior concretezza, di fatti reali e serve una più diffusa cultura della responsabilità ambientale e della coscienza ambientale. Bisogna partire dalle famiglie e dalle scuole per insegnare ai giovani le più corrette e non utopistiche modalità comportamentali in termini di sostenibilità ambientale introducendo un’ora di educazione ambientale nel loro percorso didattico.

Tutte le tematiche affrontate a Mediterranea – Le Civiltà blu nel corso del mese di agosto hanno aperto grandi scorci sul futuro energetico italiano ed europeo, linee operative in cui Greenthesis sta già investendo e conta di farlo in misura ancora maggiore nei prossimi anni. Soltanto tramite la ricerca, le nuove tecnologie, l’innovazione e l’attenzione verso il territorio si potranno fare grandi cose, concrete, per la sostenibilità del nostro Paese.

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