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L’impianto Rea Dalmine raddoppia la potenza Progetto da 10 milioni

Settimana per l’Energia. L’ampliamento permetterà di aumentare del 50% il teleriscaldamento a Bergamo Avviati i lavori per la costruzione dei due nuovi edifici

ASTRID SERUGHETTI

A inizio 2024 il teleriscaldamento bergamasco sarà potenziato del 50% grazie all’energia termica prodotta dal termovalorizzatore di Dalmine. L’accordo chiuso fra la multiutility A2A Calore e Servizi e Rea, società del gruppo Greenthesis che si occupa di smaltimento e riciclo rifiuti oltre che di produzione energetica, è ormai definito in ogni dettaglio e il progetto esecutivo ha già permesso l’avvio del cantiere. «Stiamo costruendo i 2 nuovi edifici in cui saranno collocati il gruppo di pompaggio e il termo gruppo, oltre a un condensatore ausiliario- spiega Elio Porcedda, direttore tecnico dell’impianto di Dalmine -: l’investimento è di circa 10milioni di euro».

Proprio la presentazione di questo progetto di partnership fra le due realtà operative a Bergamo, è stato al centro dell’evento conclusivo della Settimana per l’Energia di Confartigianato Bergamo, che nella mattina di ieri ha organizzato una visita guidata all’interno dell’impianto.

Attualmente in Rea Dalmine vengono bruciate 155mila tonnellate di rifiuto all’anno, praticamente l’intera produzione di rifiuto indifferenziato di una provincia come Bergamo, anche se in realtà il territorio fornisce solo il 35-40% dei rifiuti smaltiti a Dalmine, che per il resto provengono soprattutto dal Trentino e dalle città di Roma e Napoli.

«Questo è l’effetto della fine di un’idea di territorialità che ha permesso ai comuni di bandire gare e di indirizzare i propri rifiuti presso i termovalorizzatori scelti, indipendentemente dall’appartenenza alla stessa provincia o regione» spiega Porcedda.

Questi volumi permettono all’impianto, che impiega 45persone, di produrre 110milamegawattora elettrici all’anno, valore corrispondente all’incirca al fabbisogno di illuminazione civile di tutta Bergamo per un anno. Un buon risultato che non permette però di sfruttare a pieno le potenzialità della struttura. Con questi numeri, infatti, il rendimento dell’impianto si attesta al 27% e una altissima quantità di calore viene, come conferma l’ingegner Porcedda, «disperso nell’ambiente».

Il progetto in partnership con A2A permetterà invece al termovalorizzatore di ridurre leggermente la quantità di megawattora elettrici prodotti, portandoli a 95mila, ma contemporaneamente di produrre90mila megawattora termici, indirizzandoli verso il termovalorizzatore di via Goltara. L’incremento della rete di teleriscaldamento sarà del 50%, con il raddoppio del numero delle famiglie raggiunte dal servizio, una riduzione di CO2 consistente e un miglioramento del rendimento dell’impianto di Dalmine, destinato a salire finoall’84%.

Lo scambiatore, che è in fase di realizzazione e che permetterà di sfruttare il calore, non sarà attivo sempre, ma solo in un determinato periodo dell’anno come spiega il direttore tecnico: «Idealmente lo avvieremo verso il 15 di novembre e da quel momento la macchina lavorerà per 3 mila ore, circa 4 mesi. Nel frattempo A2A sta progettando un sistema di stoccaggio per permettere l’accumulo di eventuale energia prodotta in avanzo».

Articolo originale su l’Eco di Bergamo del 29 Ottobre 2022

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