INTERVENTO
Interventi per la Rimozione dei Rifiuti/Terreni Contaminati in Area Cratere nello Stabilimento di Mantova.
Contaminazione: l’area Cratere R1c costituisce il nucleo della discarica dello stabilimento di Mantova, esercitata sino agli anni Ottanta, in cui si rileva la presenza di:
- Residui di lavorazione solido-palabili con consistenza gommosa (resine stireniche e prepolimeri stirenici), di composizione prevalentemente organica, con presenza di solventi aromatici;
- Fanghi da demercurizzazione acque, solido-palabili, di composizione prevalentemente inorganica, con presenza di mercurio.
COMMITTENTE:
Edison S.p.A.
QUANTITA’ DA GESTIRE:
100.000 m3
IMPORTO DI COMPETENZA:
—
PERIODO DI LAVORO:
In corso (inizio lavori ottobre 2020)
IL SITO:
Il sito dell’Area Cratere R1c di Mantova rientra tra i siti di Interesse Nazionale (SIN).
L’opera di bonifica avviata da Greenthesis a settembre 2022 terminerà a fine 2028, seguiranno poi le operazioni di bonifica della falda.
La natura non carrabile dell’area ha determinato la messa in campo di un Piano operativo pensato ad hoc. Prevista una corposa cantierizzazione per la rimozione di rifiuti industriali abbancati in maniera non sistematica all’interno della discarica del polo chimico. Tra questi rifiuti si distinguono resine stireniche, di composizione prevalentemente organica, e fanghi derivanti dalla demercurizzazione delle acque, di composizione prevalentemente inorganica.
Nel sito sono presenti differenti le zone da bonificare: “Collina” dove stanno procedendo i lavori di scavo e smaltimento dei terreni inquinati, nella “sala Celle” sono invece in corso le attività propedeutiche alla rimozione delle canalette interrate, in un’altra zona stanno poi procedendo gli emungimenti di sicurezza delle acque sotterranee e contemporaneamente si portano avanti le attività preparatorie per la caratterizzazione dei materiali.
L’attività di Greenthesis si concentra prevalentemente nell’Area Cratere, dove nei decenni scorsi sono stati accumulati rifiuti industriali. L’attività messa in campo prevede lavori propedeutici allo scavo e allo smaltimento dei rifiuti.
“Il nostro compito – spiega il Project manager dell’area bonifiche e costruzioni, Federico Ogliari – è analizzare i rifiuti estratti, rimuovere il materiale presente, caricarlo immediatamente sui mezzi per il loro conferimento agli impianti autorizzati e infine ripristinare l’area nelle condizioni precedenti. Si tratta di depositi di natura idrocarburica, in combinazione con alcuni metalli, frutto di scarti di lavorazione. Una melma nera che per una decina di metri ha riempito la depressione esistente nel terreno. In totale circa 100mila metri cubi di materiale inquinato. Un lavoro certosino che durerà cinque anni, anche perché non conosciamo a priori la consistenza dei materiali di scavo, che sono eterogenei”.
L’Area Cratere è stata suddivisa con opere provvisionali di combiwall in 57 celle di 15 x 15 m. Ogni cella è bonificata in ambiente confinato attraverso l’installazione di una tendostruttura di scavo collegata a una tendostruttura operativa.
La tendostruttura è uno spazio confinato provvisto di condotti di aerazione e di telecamere, pensato per garantisce la sicurezza dei lavoratori. Vi accede solo personale appositamente formato, unicamente munito delle protezioni di sicurezza individuali. Al suo interno è stato realizzato un tunnel in cui lavorano due escavatori: un Komatsu PC 360 di 350 quintali, lavora a piano campagna, fin dove il braccio lo consente e un Komatsu PC 55 utilizzato per lavori di finitura. Ogni mezzo d’opera è gestito da una postazione di radiocomando al di fuori degli ambienti confinati, al fine di evitare/minimizzare l’accesso di personale all’interno degli stessi. “Procediamo tre celle alla volta – continua il project manager -. Man mano che avanziamo, spostiamo le tendostrutture sulle tre celle successive, procedendo in linea”.
Il materiale prelevato viene caricato direttamente su cassoni ‘open top’ o semirimorchi a tenuta movimentati con Reach Stacker, per poi essere esitato presso gli impianti previsti, principalmente di trattamento, termodistruzione e recupero energetico.
Tutte le operazioni in ambiente confinato (scavo, verifica fondi scavo e rinterro) vengono condotte sotto aspirazione tramite un impianto di filtrazione dell’aria all’avanguardia autorizzato per gestire 36.000 Nm3/h, le cui emissioni in atmosfera vengono monitorate con cadenza pressoché giornaliera. Le operazioni di verifica dei fondi scavo, a circa -10 m dal piano di calpestio, vengono effettuate con robot radiocomandati attrezzati con telecamere ad alta risoluzione.






